Il Signore è il mio Pastore

Archivio per 4 ottobre 2010

4 ottobre – S. Francesco d'Assisi -Patrono d'Italia

Lodi di Dio Altissimo

Tu sei santo, Signore solo Dio,
che operi cose meravigliose
Tu sei forte, Tu sei grande, Tu sei altissimo
Tu sei re onnipotente, Tu, Padre santo,
re del cielo e della terra
Tu sei trino ed uno, Signore Dio degli dei,
Tu sei il bene, ogni bene, il sommo bene,
il Signore Dio vivo e vero
Tu sei amore e carità, Tu sei sapienza,
Tu sei umiltà, Tu sei pazienza,
Tu sei bellezza, Tu sei mansuetudine
Tu sei sicurezza, Tu sei quiete.
Tu sei gaudio e letizia, Tu sei nostra speranza
Tu sei giustizia.
Tu sei temperanza,
Tu sei tutta la nostra ricchezza a sufficienza.
Tu sei bellezza, Tu sei mansuetudine.
Tu sei protettore, Tu sei custode e nostro difensore,
Tu sei fortezza, Tu sei refrigerio.
Tu sei la nostra speranza, Tu sei la nostra fede.
Tu se la nostra carità.
Tu sei tutta la nostra dolcezza,
Tu sei la nostra vita eterna, grande e ammirabile
Signore,
Dio onnipotente, misericordioso Salvatore.


S. Francesco

4 ottobre – S. Francesco d’Assisi -Patrono d’Italia (festa)

A soli 44 anni, il 3 ottobre 1226, moriva sulla nuda terra della Porziuncola di S. Maria degli Angeli, presso Assisi, l’autentico araldo della perfezione evangelica, S. Francesco, l’uomo che all’età di 24 anni si era spogliato di tutto, ricchezze, ambizioni, orgoglio, e perfino del vestito che indossava, per sposare « Madonna povertà » e riproporre al mondo in perfetta letizia l’ideale evangelico di umiltà, povertà e castità. Nato in una città mercantile, da padre mercante, il giovane rampollo di Bernardone amava le allegre brigate e spendeva con una certa prodigalità il denaro paterno. A vent’anni volle farsi armare cavaliere nell’esercito di Gualtieri di Brienne, che combatteva per il papa, ma a Spoleto ebbe un sogno rivelatore nel quale veniva invitato a seguire piuttosto « il padrone che il servo ».
Tornato ad Assisi, si prodigò per gli ammalati e i poveri e un giorno dell’autunno 1205, mentre era assorto in preghiera nella chiesetta di S. Damiano, gli parve di udire una voce dal crocifisso: «Va’ e ripara la mia Chiesa, che è tutta in rovina». Con la definitiva rinuncia ai beni paterni, a 25 anni, Francesco diede inizio alla sua vita religiosa. La prima tappa vide Francesco, in abito cremitico, condurre vita solitaria ed errabonda, finché una frase illuminante del Vangelo lo spinse alla predicazione e alla costituzione del primo nucleo dell’ordine dei frati minori, la cui regola venne approvata da papa Innocenzo III.
Questo secondo capitolo della vita del santo è contrassegnato da un’intensa predicazione, da continui viaggi «missionari » per recare agli uomini troppo spesso gli uni contro gli altri armati l’evangelico messaggio di «pace e bene ». Dopo un avventuroso viaggio in Terrasanta, in Siria e in Egitto, nel 1220 ritornò ad Assisi e cercò di rimettere ordine in casa propria, redigendo’ la seconda Regola, approvata da Onorio III.
Ormai debilitato nel fisico dalle dure penitenze, entrò nell’ultima tappa della sua vita, che segnò la sua perfetta conformazione a Cristo, anche fisicamente, col suggello delle stimmate, ricevute sul monte della Verna il 14 settembre 1224.
Autore del Cantico di Frate Sole, protagonista dei Fioretti, uno dei santi più amati del mondo intero, S. Francesco venne canonizzato due anni dopo la morte. Nel 1939 Pio XII tributò un ulteriore riconoscimento ufficiale al «più italiano dei santi e più santo degli Italiani » proclamandolo Patrono principale d’Italia.